Da uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine emerge che mangiare una maggiore quantità di proteine vegetali si associa a un tasso di mortalità più basso, mentre un consumo elevato di proteine animali è collegato a un più alto tasso di mortalità, soprattutto tra gli adulti con abitudini non salutari come il fumo e l’alcol.
L’indagine
Analizzando dati raccolti da studi precedenti su 170mila statunitensi dagli anni ‘80 ad oggi, gli esperti hanno preso in esame 36mila decessi, di cui 9mila per malattie cardiovascolari, 13mila per cancro e 14mila per altre cause. In base ai risultati, un aumento dei consumi di proteine di origine animale risulta correlato a un aumento del rischio di decesso, soprattutto a causa di malattie cardiovascolari, mentre l’effetto opposto si riscontra con un maggior consumo di proteine vegetali.
L’associazione tra consumo di proteine animali e tasso di mortalità, evidenziano tuttavia gli scienziati, interessa solo chi presenta almeno un fattore associato con uno stile di vita poco salutare: l’essere obesi o sottopeso, fumare, consumare molti alcolici o essere sedentari. Nelle persone con uno stile di vita sano, tale associazione tende a scomparire. Il rischio di mortalità associato al consumo di proteine animali, inoltre, interessa principalmente le carni rosse, non pesce e pollame.
“La nostra indagine – evidenziano gli studiosi – suggerisce che le persone dovrebbero prendere in considerazione di mangiare più proteine vegetali che animali e che, tra le fonti di proteine animali, pesce e pollo sono probabilmente le scelte migliori”.